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ZONA 30? Si Grazie!

Si apprende che l'amministrazione comunale di Brindisi ha limitato la velocità a 30 Km/h alcune vie del centro cittadino.

Bene! Un passo verso una maggior sicurezza sulla strada perché è dimostrato che un incidente a 50 Km/h comporta lesioni gravi o la morte di un pedone o di un ciclista a 30 la gravità dell'incidente diminuisce esponenzialmente, basti pensare che se lo spazio di arresto a 50 è di 25 m. (l'altezza di un palazzo di otto piani) a 30 si riduce a circa 13 metri. Naturalmente a questa notizia sono arrivate subito critiche, tra le tante quella che è un modo per "fare cassa" o che si intaserà ancora di più il traffico.

Qui bisogna dire che forse l'amministrazione ha peccato, sembra una decisione calata dall'alto, una campagna informativa volta a dimostrare i benefici della riduzione della velocità in termini di sicurezza e di sostenibilità ambientale sarebbe stata opportuna. Perché si citano sicurezza stradale e sostenibilità ambientale? Perché a percorrere strade in cui si percepisce una maggiore sicurezza invoglia a lasciare l'auto a casa e fare "due passi" o a prendere la bicicletta riducendo così il numero di auto in circolazione e agevolando anche chi dell'auto non può farne proprio a meno.

Come dicevamo al principio: bene! Ma adesso che questo "modello" si estenda dal centro verso i quartieri e la periferia perché se non si creasse una rete stradale che permetta di spostarsi in sicurezza in città, individuando i punti attratori (scuole, uffici pubblici, zone commerciali), poco senso avrebbe aver creato un'isola felice nel centro visto che per raggiungerlo si continuerebbe a usare l'auto con tutti i problemi annessi. Brindisi è una città di medio/piccole dimensioni che si presta benissimo a essere percorsa a piedi e in bicicletta e, non dimentichiamo che agevolare la mobilità ciclistica e pedonale comporta vantaggi economici anche immediati per quel che viene definito commercio di prossimità, quei negozi di quartiere che è facile raggiungere spostandosi di poco dalla propria abitazione o luogo di lavoro. A tal proposito, in alcune città le associazioni dei commercianti hanno stretto un patto con chi va a fare la spesa in bici. A Parma, per esempio la campagna BIKEtoSHOP, promossa da ASCOM e FIAB Parma, da la possibilità a chi farà i propri acquisti in bici, di usufruire di uno sconto indicativo del 5-10% su prodotti selezionati nel circuito di negozi aderenti e l'amministrazione comunale ha agevolato i commercianti nell'installazione di rastrelliere davanti ai propri esercizi eliminando la tassazione del suolo pubblico per queste installazioni. Un'altra città è possibile, vogliamola!

Nota 1: i recenti articoli introdotti nel Codice della Strada consentono la realizzazione di corsie ciclabili (art. 3, comma 12bis) e Case Avanzate (art. 3, comma 7bis) sono interventi a basso costo che consentono a chi sceglie la bicicletta di spostarsi con maggior sicurezza perché, anche se in sede promiscua con le auto, il ripetersi costante del pittogramma della bici induce l'automobilista a prestare maggiore attenzione alla presenza dei veicoli a pedale.

Nota 2: La European Cyclist Federation (di cui FIAB fa parte) ha pubblicato una guida per aiutare le città ad accedere ai fondi di recupero e resilienza del Recovery Fund, specifiche per ciascuno dei Paesi dell’Unione, per orientare le autorità locali e regionali ad utilizzare i Fondi strutturali dell’UE in ottica di sviluppo della mobilità ciclistica e del turismo in bicicletta. Tra queste anche quella per l’Italia.  

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