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Basilicata Coast to Coast

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Distanza: kilometer
Nome:
Elevazione (min): meter
Elevazione (max): meter
Elevazione (guadagno): meter

Un breve viaggio, strutturato in quattro tappe, che forma un arco dallo Jonio al Tirreno attraversando un territorio unico per le bellezze naturali e le testimonianze storiche. È un percorso impegnativo su continui saliscendi per un totale di dislivello in salita di oltre 5000 m su 270 Km totali.

PERCORSO

Si parte da Metaponto, fondata da coloni greci nel VII sec. a.C., fu un ricco e fiorente mercato è oggi una località turistica nota per le sue spiagge. Nel parco archeologico si possono ammirare le cosiddette Tavole Palatine, ciò che resta di un antico tempio dedicato ad Hera, il teatro e le grandi colonne del tempio consacrato ad Apollo. Una visita al museo archeologico è utile per comprendere l’evoluzione della città dal periodo greco a quello romano.
Lasciata Metaponto, si percorre la SS407 per circa 13 Km(*) per poi svoltare a sinistra su una tranquilla strada di campagna e, dopo circa 15 Km, raggiungeremo Pisticci. I primi insediamenti in territorio di Pisticci risalgono al X secolo a.C. fu poi colonizzata dai greci per poi passare sotto la dominazione romana, periodo divenne un importante centro agricolo. Intorno all’anno 1000 fu conquistata dai normanni che ne costituirono un feudo e costruirono un castello di cui oggi rimangono solo i ruderi di una grande torre quadrata.
(*) Nota: se si volesse evitare di percorrere la SS407 si può optare di raggiungere in treno la stazione di Pisticci Scalo e da qui percorrendo la SP176 inserirsi sul percorso.
Da Pisticci una bella discesa ci porta a fondovalle per immetterci sulla SP176. Dopo esserci immessi sulla provinciale, percorriamo circa 7 Km fino alla frazione di Craco-Peschiera, un piccolo centro di nemmeno mille abitanti che ospita gli uffici del comune di Craco dopo che il paese fu abbandonato a causa di una frana.
Da Peschiera ci aspettano 8 Km in salita che ci porteranno fino a Craco, il “paese fantasma” della Basilicata, che osservato in lontananza, si offre come una scultura intagliata nei calanchi, la roccia arenaria che contraddistingue il paesaggio di questo territorio. Craco è stata distrutta nel 1963 da una frana che ha costretto la popolazione locale ad abbandonare il paese. Oggi è possibile visitare il borgo seguendo un itinerario messo in sicurezza che consente di percorrere le strade del paese, fino a raggiungere quello che resta della vecchia piazza principale.
Per lasciare Craco ridiscendiamo per la stessa strada fino a Peschiera e procediamo sulla SS103 seguendo le indicazioni per Montalbano un paese arroccato su una collina alta 300m le cui creste disegnate dall'erosione racchiudono un importante patrimonio scientifico formatosi nell'arco di oltre un milione di anni. Recentemente è stata di recente richiesta la tutela di tale zona, ed è stato approvato un disegno di legge sull'istituzione della Riserva naturale speciale dei Calanchi di Montalbano Jonico.
Da Montalbano ridiscendiamo a valle e seguendo la SS598 procediamo per circa 12 Km per poi svoltare a destra su una strada secondaria. Su questa strada ci si immerge in un silenzio totale un luogo apparentemente vuoto e desolato ma incredibilmente denso di aspetti selvaggi e affascinanti, un susseguirsi ininterrotto di picchi argillosi dai fianchi scoscesi che ricordano un paesaggio lunare; una strada che con salite molto ripide mette a dura prova le gambe del ciclista e che ci porterà ad Aliano.

Aliano è arrampicato su un colle argilloso che domina la Val d'Agri e il torrente Sauro ed è noto per essere il luogo dove Carlo Levi ambientò il libro Cristo si è fermato a Eboli, Levi durante il regime fascista, negli anni 1935-36 fu condannato al confino in Lucania a causa della sua attività antifascista, lo scrittore nelle sue ultime volontà espresse quella di essere seppellito ad Aliano "tra i suoi contadini".
Nel paese sono ancora intatti tutti i luoghi descritti nel romanzo e nei vicoli sono impresse alcune frasi simbolo del libro. Levi ebbe qui l'occasione di scoprire un'altra Italia che era, appunto, quella contadina del Mezzogiorno.
Superata Aliano, si prosegue per una strada rurale, che percorrendo una cresta, ci riporterà a valle per immetterci sulla SS92 una strada che si immerge nei boschi di latifoglie per immetterci poi sulla provinciale che ci porterà ad Armento uno dei classici paesi della Basilicata (in totale circa 37 Km da Aliano).
Si prosegue sulla provinciale per altri 13 Km per poi svoltare a sinistra e costeggiare le rive del lago Pertusillo, un bacino artificiale nato dallo sbarramento del fiume Agri che con le sue acque fornisce energia idroelettrica e acqua per l'irrigazione di oltre trentacinquemila ettari di terreno tra Basilicata e Puglia ed è uno dei punti di partenza dell'acquedotto pugliese.
Percorriamo la SS598 fino alla diga che attraverseremo e da li seguiremo le indicazioni per Sarconi e Spinoso per poi dirigerci verso l’area archeologica di Grumentum. I primi insediamenti abitativi nella zona si possono far risalire al VI secolo a.C., tuttavia la fondazione della città vera e propria risale al III secolo a.C. ad opera dei Romani, nell'ambito della creazione di una serie di avamposti fortificati in posizione strategica realizzati durante le guerre sannitiche. Le prime indagini storico archeologiche su Grumentum, di cui si hanno notizie, risalgono al XVI secolo, queste e le altre che si sono succedute nei duecento anni successivi hanno però portato alla dispersione dei ritrovamenti e solo nel 1951 si inizia una sistematica campagna di scavi che ha portato alla luce il teatro, le terme e l’anfiteatro e ha permesso di raccogliere in un antiquarium i reperti rinvenuti.
Da Grumentum pochi chilometri ci separano da Moliterno che, tradizione vuole sia stata costruita dai grumentini sfuggiti al massacro l'arrivo di numerosi dopo la distruzione di Grumentum avvenuta ad opera dei saraceni tra l'872 e il 975 che si raccolsero intorno alla torre longobarda che successivamente in età normanno sveva divenne un vero e proprio castello che ancora oggi domina sul paese. Moliterno è anche il paese dei formaggi, infatti, deve il suo nome alla parola mulcternum, cioè “luogo dove si munge e si fa coagulare il latte", numerosi sono i prodotti di derivazione ovina e caprina tra le quali spicca il “canestrato di Moliterno” a denominazione IGP.
Da Moliterno ridiscendiamo sulla SS103 andando in direzione ovest per imboccare dopo qualche centinaio di metri una strada secondaria che ci porterà fino a Tempa del Conte che con i suoi 1100 m di altitudine è il punto più alto di tutto il percorso.
Adesso la strada è tendenzialmente in discesa fino a Lauria ci lasceremo sulla sinistra per proseguire per Trecchina una cittadina le cui origini sono incerte e i primi documenti che ne testimoniano la presenza, col nome di Triclina, sono dell’XI sec.
Gli ultimi dieci chilometri, tutti in discesa, ci separano da Maratea una splendida località, una “perla” incastonata nel Golfo di Policastro, dove l’azzurro del mare e il verde della macchia mediterranea si mescolano dando vita ad un’armonia di colori che riveste ogni angolo del paesaggio.
Questi luoghi sono stati abitati fin dal paleolitico ma il nome di Marathia figura solo nell’XI sec. quando le popolazioni che abitavano sulla costa si ritirarono nell’entroterra per dedicarsi all’agricoltura e alla pastorizia. Fu normanna, sveva, angioina ed aragonese ed ebbe le sue fortificazioni che oggi non esistono più perché nel 1806 le truppe napoleoniche che conquistarono il regno di Napoli le rasero al suolo durante un assedio che vide lì asserragliate le truppe borboniche.
Termina qui il nostro viaggio.

QUANDO

L’Italia meridionale gode di clima mite durante tutto l’arco dell’anno ma considerato che buona parte del percorso si svolge in quota, si sconsiglia di intraprenderlo nei mesi invernali.


 Risorse: album fotografico

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